Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Joe Biden sta tenendo colloqui in Israele come parte di un nuovo sforzo per raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza.
Domenica pomeriggio Jake Sullivan ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
La sua visita avviene in un momento in cui le forze israeliane continuano le loro operazioni militari a Gaza, compresa la città di Rafah, situata nell’estremo sud.
La città è stata evacuata da centinaia di migliaia di persone dopo un ordine delle forze israeliane.
Si prevede che Sullivan spingerà Israele ad evitare di lanciare un attacco su larga scala contro la città di Rafah. Gli Stati Uniti avevano precedentemente affermato che avrebbero smesso di fornire alcune armi se Israele avesse lanciato un grande attacco di terra contro la città.
Ma un funzionario israeliano ha detto all’agenzia di stampa Reuters che Netanyahu e i suoi collaboratori cercheranno di raggiungere un accordo con Sullivan sulla necessità di un’incursione completa a Rafah.
Prima di arrivare in Israele, Sullivan ha visitato anche l’Arabia Saudita, dove ha avuto colloqui con il principe ereditario Mohammed bin Salman. Secondo i media ufficiali sauditi, hanno discusso di come aumentare gli aiuti a Gaza e di come realizzare uno Stato palestinese.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha affermato che i combattimenti continuano in tutta la Striscia di Gaza e che più di 800.000 palestinesi hanno lasciato Rafah, dopo un avvertimento israeliano di evacuazione.
L’ospedale dei martiri di Al-Aqsa ha dichiarato domenica che almeno 20 persone sono state uccise e diverse altre sono rimaste ferite in un attacco missilistico al campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha detto che stava verificando le notizie e ha aggiunto che due soldati sono stati uccisi sabato nei combattimenti nel sud.
In passato si è discusso di un possibile cessate il fuoco, ma senza successo.
All’inizio di questo mese, Hamas ha sostenuto la proposta presentata dai mediatori egiziani e del Qatar. Ma Israele ha affermato che la proposta accettata da Hamas non era la stessa proposta che aveva già accettato.
Israele ha anche respinto una proposta per un cessate il fuoco “permanente” e ha affermato che il rilascio di corpi invece di ostaggi è inaccettabile.
Israele ha lanciato una campagna militare a Gaza per distruggere Hamas in risposta all’attacco del gruppo al sud di Israele lo scorso anno, durante il quale circa 1.200 persone sono state uccise e altre 252 prese in ostaggio.
Benny Gantz, ministro della Difesa israeliano, ha minacciato di dimettersi a meno che Netanyahu non definisca un piano postbellico per la Striscia di Gaza. Gantz ha fissato l’8 giugno come scadenza per un piano volto a raggiungere sei “obiettivi strategici”, tra cui la fine del dominio di Hamas a Gaza e la creazione di un’amministrazione civile multinazionale per la Striscia.
Da allora, secondo il Ministero della Sanità nella Striscia, più di 35.456 persone sono state uccise a Gaza.