Decine di manifestanti ebrei ultra-ortodossi hanno bloccato domenica le strade di Gerusalemme mentre la Corte Suprema israeliana ascoltava le argomentazioni in un caso storico che metteva in discussione il controverso sistema di esenzione dal servizio militare concesso alla comunità religiosa.
La Corte sta esaminando la legalità delle esenzioni che hanno diviso il Paese e minacciato il collasso della coalizione di governo del primo ministro Benjamin Netanyahu. Si attende una decisione nelle prossime settimane.
Alla maggior parte degli uomini e delle donne ebrei in Israele viene richiesto di prestare il servizio militare obbligatorio all’età di diciotto anni. Ma gli ultraortodossi politicamente potenti tradizionalmente ricevono esenzioni se studiano a tempo pieno nei seminari religiosi. Queste esenzioni hanno fatto arrabbiare l’opinione pubblica, soprattutto dopo che centinaia di soldati sono stati uccisi nella guerra con Hamas.
Durante le discussioni di domenica, gli avvocati governativi hanno detto ai giudici che costringere gli uomini ultra-ortodossi ad aderire alla leva avrebbe “fatto a pezzi la società israeliana”. La corte ha proposto l’obiettivo di reclutare 3.000 uomini ultra-ortodossi ogni anno – più del doppio dei livelli attuali ma comunque meno del 25% del loro numero totale.
A Gerusalemme, la polizia israeliana ha sgombrato le strade dai manifestanti, allontanando con la forza coloro che avevano bloccato per breve tempo la metropolitana leggera della città. I manifestanti cantavano: “Per la prigione, non per l’esercito”.
A marzo, la corte ha ordinato la cessazione del sostegno del governo a diversi ebrei ultraortodossi che non prestavano servizio nell’esercito.
Netanyahu deve far fronte alla scadenza fissata dal tribunale, fissata al 30 giugno, per approvare una nuova legge che pone fine alle ampie esenzioni. Ma fa affidamento sui partiti ultra-ortodossi per sostenere il suo governo, e la fine delle esenzioni potrebbe portare alla loro partenza e a nuove elezioni.