Riaperta a Pompei la casa ‘Incredibile’ per i liberati | Italia

Una casa decorata – che ha un affresco raffigurante un enorme pene – appartenuta a due uomini liberati nell’antica città di Pompei è stata riaperta al pubblico.

La Casa Vettii fu sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 a.C. prima di essere riscoperta in uno stato in gran parte conservato durante gli scavi alla fine del XIX secolo.

La casa, che si ritiene sia stata edificata nel II secolo aC, è stata riaperta dopo anni di complessi lavori di restauro.

I murales erotici compaiono nella casa, che si ritiene ospiti un piccolo bordello.
I murales erotici compaiono nella casa, che si ritiene ospiti un piccolo bordello. Fotografia: Silvia Vacca/Atrio Vitti

Si trova nel quartiere benestante del tentacolare centro storico Casa Vettii Era di proprietà di Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva, che si arricchì vendendo vino dopo essere stato liberato dalla schiavitù.

Le teorie del passato suggerivano che i due uomini fossero fratelli, ma è più probabile che si siano conosciuti quando erano stati ridotti in schiavitù e avevano lo stesso padrone, il cui nome era Aulus Vettius, secondo Gabriel Zuchtregel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.

Ha detto: “Se fossero della stessa famiglia, i primi due nomi sarebbero diversi e avrebbero lo stesso cognome”. “Era molto raro avere fratelli biologici che erano schiavi e poi liberati, perché i legami familiari erano rotti dalla schiavitù, quindi è molto improbabile che fossero fratelli. È più probabile che fossero compagni durante il loro periodo come schiavi e poi liberati .”

Priapo, il dio della fertilità e dell'abbondanza, con la bilancia e un sacco di soldi - simboleggia la ricchezza accumulata dai proprietari della casa.
Priapo, il dio della fertilità e dell’abbondanza, con la bilancia e un sacco di soldi – simboleggia la ricchezza accumulata dai proprietari della casa. Fotografia: Silvia Vacca/Atrio Vitti

Restitutus, che significa “restituire”, diceva Zuchtriegl, era un nome tipico dato a uno schiavo liberato.

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Non era raro per Persone liberate dalla schiavitù per prosperare Nell’antica Pompei, la Casa dei Vettii fu riempita di eleganti affreschi dai due mercanti di vino, che ampliarono la casa includendo anche un giardino con statue e una fontana.

Tra gli affreschi più suggestivi c’è quello all’ingresso della casa: questo raffigura Priapo, dio della fertilità e dell’abbondanza, con un grande fallo in equilibrio su una bilancia accanto a una borsa piena di denaro, pensato per simboleggiare la ricchezza accumulata dagli uomini.

All’interno della casa è presente un fregio alto 15 cm che corre lungo la parete di una stanza che si ritiene fosse stata una sala da pranzo, nella quale erano raffigurati amorini impegnati in attività come la produzione di profumi o la vendita di vino. Raffigura anche coppie divine e divinità tra cui Poseidone, il dio greco del mare.

Si ritiene che una piccola stanza vicino alla cucina, contenente affreschi erotici, fosse adibita a bordello. Accanto a Priapo all’ingresso è una piccola iscrizione in latino riferita ad una donna dal nome greco, descritta come “di buone maniere”, insieme all’immagine di due monete romane. Si ritiene che l’iscrizione si riferisca al piccolo bordello della casa.

Aulo Vettius Restitutus si unì anche agli Augustali di alto rango, un collegio di sacerdoti responsabili di una forma di culto dell’imperatore.

Lungo la parete di una stanza corre un fregio raffigurante amorini al lavoro.
Lungo la parete di una stanza corre un fregio raffigurante amorini al lavoro. Foto: Luigi Spina/Casa dei Viti 26

Zuchtriegel ha affermato che l’abbondanza di tesori rinvenuti nella Casa dei Vettii è “assolutamente sorprendente” e se un visitatore di Pompei avesse l’opportunità di vedere solo una casa nel Parco Archeologico, sarebbe questa.

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“Questa è la casa che racconta la storia della società romana”, ha detto. Da un lato ci sono le opere d’arte, i quadri e le statue, dall’altro la storia sociale [of the freed slaves]. La casa è una delle relativamente poche a Pompei di cui abbiamo i nomi dei proprietari.”

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